Con le spalle al muro

Siamo già alla resa dei conti o quasi. Mentre il cambio di proprietà, ma Preziosi è ancorato nel cda rossoblu, ha fatto sognare per due settimane un cambio epocale delle prospettive del Genoa, la realtà ben presto ha preso il sopravvento sui sogni. Sheva che ha ereditato una brutta classifica da Ballardini, ha capito ben presto che i problemi qui sono più grossi di quello che si attendeva. Ecatombe di giocatori e quelli sopravvissuti agli infortuni hanno mostrato tanta buona volonta quanto il loro valore tecnico. Con dieci punti totali, di cui solo uno preso dal nuovo mister che deve ancora esultare per uno straccio di gol, la situazione è praticamente drammatica. Il Genoa è con le spalle al muro e se si vuole smarcare deve vincere la stracittadina. Battere la Sampdoria se non si recupera almeno parzialmente Destro e Criscito pare un’impresa vera e propria. Sheva ha trovato un gruppo modesto, falcidiato dai guai fisuci e forse con qualcuno che vuole cambiare già aria. La società è in pieno trasloco e manca un tassello chiave come un direttore sportivo in modi da completare il team con Taldo. Insomma si vive ancora un po’ alla giornata. Normale dopo la cessione a 777 Partners. Ma i risultati disastrosi in serie mettono paura. Ora tocca inventarsi qualcosa, fare un piano di rafforzamento in grado di fare almeno 26 o 27 punti nel ritorno sperando che bastino. Ma serve orgoglio e dignità per cercare di tornare a vincere al Ferraris per dare un segnale a tutti che il Genoa c’è e non che è già spacciato come ho visto sulle tv nazionali. Venerdì ci vuole una notte col cuore in mano per urlare la rabbia di un club che vuole svoltare ma che non ci riesce. Il derby sarà durissimo, intenso, magari orrendi, ma come in un’ultima trincea serve difendere palmo su palmo del campo. I tifosi ci saranno e sono pronti, faccia altrettanto la squadra con sfacciataggine e voglia di fare qualcosa di grande per spegnere la sigaretta dell’ultimo desiderio che si concede ai condannati, nell’occhio del boia.

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